LAMEZIA TERME 14 GENNAIO 2014-La vertenza infocontact che sta interessando il nostro
territorio con il rischio che 1800 lavoratori perdano il posto di lavoro, non è
che l’ultima di una serie di analoghi casi che da un po’ di anni stanno
scoppiando in Italia, in particolare nel meridione, dove appunto sono operative
questo genere di aziende. Convocazioni
di Consigli comunali, partecipazioni di vari esponenti politici nei presidi
organizzati dai lavoratori e vari appelli lanciati da più parti per ottenere un
qualcosa di concreto indirizzato alla salvaguardia di questi posti di lavoro,
servono purtroppo a ben poco, se nei tavoli di crisi aperti dai rappresentanti
del governo nazionale non si giunge ad una soluzione concreta per la definitiva
tutela dei lavoratori impiegati in questo settore. Affermo questo dal momento
che già sono risultati infruttuosi gli sterili impegni del governo nazionale
per altre aziende di call center impelagate in questa crisi senza fine che
investe e mette al tappetto speranze ed aspettative di migliaia di posti di
lavoro. In ragione di tutto questo con l’ultima vertenza del settore relativa
all’Infocontact, il governo non deve limitarsi ad aprire il Tavolo di crisi e
di trattative se, nel più breve tempo possibile non si procede col varare una
legge che regoli l’intero settore e che miri una volta per sempre nello
spezzare quell’odiosa consuetudine di gare al ribasso e di selvagge ed
incontrollate delocalizzazioni ponendo cosi fine alla macelleria sociale in cui
migliaia di lavoratori del settore sono sempre più travolti. Mi chiedo per quale
motivo il governo italiano da tempo a conoscenza di questa crisi del settore e
di tutte le cause che l’hanno prodotta non si è mai adoperato per intervenire
con una legge apposita evitando cosi il perpetrarsi di sempre più aziende del
settore dei call center falcidiate da gare al ribasso e da ricatti vari? La
travagliata vicenda Infocontact poteva essere già affrontata e risolta da mesi
se si fosse intervenuto per tempo,andando anche a rivedere gli incentivi per le
regioni meridionali ,più volte anche richiesto nei mesi scorsi dalle parti
sociali, questo lo sanno bene i vari politici locali come i parlamentari
calabresi, immobili e silenti dinnanzi a questo massacro sociale,salvo poi
farsi sentire quando la vertenza e la problematica raggiunge l’apice dell’attenzione
mediatica.
Igor Colombo
Portavoce regionale
Forza Nuova Calabria
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