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martedì 16 luglio 2013

Lamezia: Bonacci (FN) attacca gestione del campo Scordovillo

Non è la prima volta che andiamo a tastare un argomento ed un tema come quello dei rom nella nostra città. Sono ormai passati due anni dall’ordinanza di sgombero del campo di Scordovillo ma ancora l’inettitudine politica di questa amministrazione ha permesso che le cose siano rimaste totalmente invariate rispetto ad alcuni anni fa,continuano infatti ad alzarsi i fumi ed i lametini continuano a protestare ed ammalarsi. Tra l’altro in pochi forse ricorderanno che il Sindaco Speranza nel 2010 emise un’ordinanza per intervenire urgentemente nell’area dell’accampamento di Scordovillo,ma quell’ordinanza rimase lettera morta .L’equazione a questo punto diventa una banalissima disequazione di basso ordine sociale di un’amministrazione comunale incompetente ed incapace fra tutte quelle che si sono succedute a Lamezia. Ovviamente il” business” politico di Lamezia non è altro che un riflesso della cattiva ed ipocrita politica nazionale,in seno alle analoghe manovre,giusto per rimanere in tema di cittadinanza,mirata all’accoglienza ambigua dei profughi e degli immigrati gestiti ieri da Don Zerai e oggi dalla signora Boldrini,sempre più donna in carriera e sostenuta dal Ministro Kyenge,in una sorta di marketing elettorale locale gestito ieri dalla Lo Moro ed oggi dal sindaco Speranza. Intanto la gente a Lamezia si ammala a causa della diossina che si sprigiona nell’aria per via degli incendi appiccati all’interno del Campo e dove solo fratello vento ne dirige i movimenti. Noi non crediamo proprio che il signor Taverna,a cui va tutta la nostra solidarietà, possa chiedere al vento il conto di simili degradi ambientali e la sua protesta dei giorni scorsi dinanzi al tribunale,divenuto ormai baluardo di ogni protesta sociale,è l’immagine emblematica della drammaticità di chi quotidianamente sta al contatto con quel ricettacolo di illegalità e di degrado urbano ed ambientale. Noi di Forza Nuova puntiamo il dito contro il sindaco Speranza e contro tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso degli ultimi 30 anni,con maggiore responsabilità dei governi locali di centrosinistra,specie quelli targati Lo Moro,i quali,con le loro politiche assistenziali e continui foraggiamenti,specie nelle campagne elettorali,hanno permesso che questa etnia rom perdesse la propria tradizione e cultura divenendo stanziale,utilizzandola di conseguenza come importante bacino di voti per soddisfare le proprie aspirazioni di potere e di conseguenza per calpestare i diritti e la sicurezza dei lametini. Noi ci rivolgiamo al sindaco Speranza affermando che con la sua condotta politica riguardo al problema e all’urgenza rom,non ha voluto bene alla città e che la stessa al momento opportuno lo terrà a mente presentandogli il conto. Forza Nuova alcuni anni fa chiese un graduale smantellamento del campo di Scordovillo ed in questo siamo stati lungimiranti,in quanto stessa cosa è stata scritta nell’ordinanza di sgombero della magistratura.Un intervento organico e risolutivo prevede un buon progetto di base,totalmente assente in questi otto anni di amministrazione Speranza e tutto questo è divenuto intollerabile per l’intera popolazione lametina. Sollecitiamo ancora una volta le istituzioni politiche ad intervenire per rimuovere quella autentica polveriera a cielo aperto che è il campo rom,una vera e propria bomba etnica,la strada intrapresa dal Sindaco che vuole lo spostamento totale in altra parte della città,non è affatto risolutiva del problema,ma tende solo a differirlo ed acuirlo dal momento che si andrebbe a ricreare quella inaccettabile situazione di ghetto che fungerebbe da prodromo ad un nuova emergenza di illegalità e di inquinamento ambientale. Partendo dal presupposto che noi di Forza Nuova preferiremmo che questa etnia rom tornasse a vivere secondo la propria cultura e tradizione,che è caratterizzata dalla vocazione nomade,cioè di continuo spostamento sui vari territori nazionali ed internazionali, la nostra proposta, è quella di creare sul territorio lametino, dislocati nelle zone più o meno periferiche piccoli insediamenti di non più di 5-6 famiglie,attraverso l’installazione di container adeguati e decorsi per permettere a questa gente di vivere dignitosamente nel pieno rispetto della dignità umana. Tenendo presente e di questo ne siamo ben consci, che anche questa sarebbe una soluzione tampone,dal momento che il problema va risolto ed affrontato alla radice,ed appunto per questo l’amministrazione comunale dovrebbe cercare di creare delle cooperative per impiegare gli attuali residenti di Scordovillo in tutti quei lavori,come la lavorazione del ferro e dell’alluminio nei quali i rom sono esperti. Ricordando che questa è una etnia di cui bisogna appunto rispettare gli usi, i costumi e le tradizioni e che chi parla pertanto di integrazione lo fa solo in maniera ipocrita andando ad ostentare una sorta di buonismo peloso che non porta alcun utile né alla città e né agli stessi rom. Solo attraverso questi importanti passaggi il problema rom a Lamezia verrebbe estirpato,in quanto da un lato non si vedrebbe più quella odiosa e ripugnante situazione di ghetto,sana portatrice di delinquenza ed illegalità oltre che di degrado urbano sociale ed ambientale,dall’altro si darebbe la possibilità ai rom.una volta impegnati in tali progetti di lavoro collettivo, o di riprendere la loro originaria vocazione culturale che è fatta di continui spostamenti da un posto all’altro,oppure per chi tra di loro volesse, di affittarsi o comprarsi una casa cosi come tutti gli altri cittadini. Teniamo presente che stiamo parlando pur sempre di rom italiani e non stranieri,con diritto di voto,cui però non va assolutamente imposta un’ integrazione che neppure loro vogliono,la proposta di Forza Nuova se ascoltata potrebbe essere emulata da altri comuni alle prese con tale problema,che per Lamezia è diventato ormai atavico a causa della pochezza della classe politica e dei suoi interessi,la quale sembra voler ripercorrere gli errori del passato consegnando cosi alle future generazioni una situazione di acclamato allarme sociale.

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