Il 10 febbraio ricorre la giornata della memoria dei martiri delle Foibe, sono passati 68 anni da quando l’esercito jugoslavo guidato dal maresciallo Tito diede avvio ad una vera e propria opera di pulizia etnica nella Venezia Giulia, circa 350.000 furono gli esuli istriani, dalmati e fiumani costretti ad abbandonare le loro case e fuggire. Migliaia di innocenti furono barbaramente uccisi e gettati in quelle cavità naturali caratteristiche del paesaggio carsico denominate foibe.
Alle vittime infoibate vanno poi aggiunti coloro che morivano nei vari campi di concentramento in Slovenia e Croazia, la loro unica colpa quella di essere italiani. Si trattò di un vero e proprio eccidio perpetrato dall'odio comunista sagacemente e vergognosamente occultato per oltre mezzo secolo.
Molto grave fu la correità dell’allora PCI e del suo segretario Togliatti, cosi come fu grave la responsabilità e negligenza di tutta la classe politica italiana che nulla fece, né prima per cercare di impedire quel massacro, né dopo per condannare quel crimine orrendo e rendere giustizia a quelle vittime innocenti.
La chiarezza e la verità sulle foibe viene sacrificata cosi all'opportunità politica e agli interessi internazionali di rimuovere il problema triestino e istriano e di tutto il confine orientale.
Quando nel 1948 si consuma la rottura tra Tito e Stalin e i comunisti jugoslavi vengono accusati da Mosca di essere deviazionisti, sabotatori e traditori allineati all'imperialismo occidentale, ecco che allora tutto l’occidente comincia a guardare verso Belgrado come ad un possibile riferimento, e avvia cosi un processo di attrazione della Jugoslavia verso il proprio campo.
In questa ottica viene a scemare di conseguenza l’interesse di far chiarezza sui massacri delle foibe e anzi si avvia un’opera di vergognosa e pusillanime occultazione dei fatti e della verità, che si protrae per oltre 60 anni, non c’è traccia infatti in nessun libro di storia del passato di questa tragedia.
Noi riteniamo tanto grave quanto inaccettabile questa omissione lunga più di mezzo secolo, ed anche se la politica ha decretato ed istituzionalizzato il giorno del ricordo per queste vittime italiane innocenti, siamo del parere che ancora oggi per alcuni questa sia una strage negata, un eccidio non entrato in pieno a far parte della coscienza e della memoria storica e collettiva del popolo italiano.
Non vi possono essere morti di serie A e morti di serie B, i caduti vanno sempre rispettati e ricordati, cosi come non vi possono esistere vittime commemorate e tenute sempre in considerazione solo per motivi politici.
A Lamezia, il movimento politico Forza Nuova e l’associazione culturale Il Cerchio e la Croce, ricordano le vittime infoibate e tutte quelle deportate e decedute nei campi di concentramento dei comunisti slavi attraverso l’affissione di manifesti il cui messaggio appare chiaro e preciso, noi non dimenticheremo mai i nostri fratelli italiani trucidati in quel periodo dall'odio titino e chiediamo che nelle scuole cittadine sia osservato, prima dell’inizio delle lezioni, un minuto di raccoglimento e di preghiera per commemorare i nostri connazionali, questo deve essere fatto per non dimenticare ma soprattutto per far si che simili crimini contro un popolo non si ripetano mai più, Forza Nuova e Il Cerchio e la Croce “Non scordano”.
IGOR COLOMBO (COORDINATORE FORZA NUOVA LAMEZIA)
DOMENICO FURGIUELE (RESPONSABILE PUBBLICHE RELAZIONI "IL CERCHIO E LA CROCE")
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