Sanità,Borelli(Fn):"perchè nel nostro ospedale manca l'unità operativa di Neuropsichiatria infantile?"
Lamezia Terme 7 aprile 2015-Nella società moderna si rileva a carico di bambini ed adolescenti un
incremento importante, di una gamma molto varia di sintomi che sono espressione
di disagio sociale e di difficoltà di adattamento e che vengono inquadrati
dagli psichiatri con il termine generico di “disturbi dell’età evolutiva”. Tali
turbe, sottovalutate o addirittura non riconosciute in tempo, possono
trasformarsi nel giovane e nell’adulto poi in patologie più serie di stretta
competenza psichiatrica. Appare evidente l’importanza fondamentale del
riconoscimento precoce di questi disturbi ai fini della prevenzione di
patologie psichiatriche più gravi e, nella maggior parte dei casi, non
recuperabili. Perché queste situazioni possano essere adeguatamente affrontate
non sono necessari né interventi costosi, né strutture avveniristiche. Sarebbe
più che sufficiente che un’equipe composta da personale medico specializzato
(neurologi, psichiatri, pediatri), e da personale di supporto (psicologi ed
assistenti sociali) in gran parte già presenti nelle strutture della nostra
sanità, avesse a disposizione degli spazi e dei tempi dedicati esclusivamente
alla loro attività e al contatto e al confronto continuo con le famiglie spesso
abbandonate a loro stesse. Purtroppo nel comune di Lamezia Terme questa rete
organizzativa è praticamente assente per cui l’assistenza ai bambini e agli
adolescenti “difficili” rappresenta una vergognosa lacuna nel sistema
sanitario. E perché non è stata inserita nel piano aziendale del Presidio
Ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, l’Unità Operativa di
Neuropsichiatria infantile, nonostante fosse già operante nella struttura un
servizio di Neuropsichiatria? E perché i nostri figli devono essere vittime
innocenti di tagli, sperperi, commissariamenti? Non dovrebbe essere poi così
difficile individuare delle strutture che possano ospitare il servizio di
neuropsichiatria, e che non possono essere condivise con altre specialità,
proprio per la delicatezza delle patologie e per la tutela della sensibilità
dei piccoli pazienti. Tutto ciò porterebbe sicuramente ad una ottimizzazione
del trattamento dei malati e alla riduzione delle liste di attesa che al
momento sono troppo lunghe e rappresentano un ulteriore vergogna nella
vergogna. Avviare un percorso di cura in un bambino eviterà che questo diventi
un adulto disturbato, in cui gli interventi di contenimento e cura
risulterebbero comunque più difficile e più costosi. Questo è il vero
significato della parola “prevenzione” Inoltre va fatta ed evidenziata un
ulteriore considerazione Quando il servizio sanitario pubblico è carente o
latitante è inevitabile che i più abbienti ricorrano a professionisti privati,
lasciando i meno fortunati nella discriminazione di lunghe liste d’attesa e di
trattamenti da terzo mondo; e questa non è giustizia sociale, questa non è
civiltà
Simona Borelli
Forza Nuova Lamezia Terme
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