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domenica 9 gennaio 2011

UNA MONETA LOCALE PER FAR FRONTE ALLA CRISI

Lamezia Terme - Una nuova moneta locale per far fronte alla crisi economica e finanziaria che sta attanagliando le famiglie, i commercianti, gli artigiani, le piccole e medie imprese. 
La proposta, avanzata al sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza e all'Amministrazione comunale, è stata avanzata da Forza Nuova che in particolare evidenza come «anche Lamezia potrebbe seguire l'esempio di altri comuni italiani come per esempio la città di Trento: sono infatti molte le realtà dove è stata adottata una valuta locale, come la nascita qualche anno fa del Simec in Abruzzo, ideato dal professor Auriti, l'antesignano per eccellenza dell'introduzione di una moneta locale; 
Così come si può menzionare l'associazione dell'arcipelago Scec, cui hanno anche aderito alcuni comuni calabresi come Crotone, Scandale e Castrovillari».
«Su questi esempi pragmatici – afferma Igor Colombo, responsabile locale di Forza nuova – noi ci concentriamo e lottiamo per l'adozione di una valuta locale. 
L'Amministrazione comunale di Lamezia potrebbe, senza violare alcuna legge, far stampare e circolare una propria moneta locale, elargita ai cittadini sotto forma di buono, che serva per l'acquisto di prodotti locali o di contributo per l'acquisto di prodotti non locali. 
Una moneta locale reintegra la liquidità mancante per forza della moneta nazionale, dando così vigore all'economia cittadina. Siamo dell'idea che l'adozione di una valuta locale nella città di Lamezia possa essere messa in atto, come appunto moneta complementare da far circolare accanto all'euro come maggiorazione del potere d' acquisto, che non avrebbe alcun costo in quanto verrebbe distribuita gratuitamente ai cittadini».
Da qui la richiesta al sindaco Speranza «di valutare e di studiare attentamente questa nostra proposta, che ha già avuto riscontri interessanti là dove è stata praticata: l'intento è quello di rafforzare l'economia locale dando un forte sospiro di sollievo e una risposta seria e tangibile alle esigenze delle famiglie e dei commercianti e artigiani lametini, provati duramente dalla devastante crisi economica che ormai è strutturale e non passeggera come qualcuno voleva far credere»

(gazzettadelsud)

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